domenica 21 aprile 2019

UNA PASQUA DIFFICILE PER I 7 OPERAI LICENZIATI NELL'INDOTTO A2A

Foto di Peppe Foti

CIO' CHE LO STATO DICE:

ART.1  L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.


ART.2  La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.


ART.3  Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese. 

ART.4  La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

QUELLO CHE SUCCEDE NELLO STATO:

Il primo aprile 2019 nell'indotto A2A di San Filippo del Mela (ME), sette dipendenti di una ditta operante all'interno dell'A2A , vengono raggiunti da un preavviso di licenziamento che dopo 15 giorni è diventato dramma. I sette operai dopo aver masticato ceneri per decenni; dopo aver contribuito all'arricchimento sostanzioso del sito; dopo aver portato a casa malattie importanti, grazie al contributo inquinante di tutti  i siti posti nella zona industriale messinese; vengono sbattuti fuori senza coscienza e senza responsabilità da un lurido sistema italiano che continua a tutelare il capitalismo. SETTE PADRI DI FAMIGLIA che quest'anno non potranno PIU' permettersi il lusso di comprare l'uovo ai propri figli, ognuno con mutui, con oneri, con scadenze. Operai che da sempre non possono permettersi, grazie al sistema  una vita dignitosa. In questo contesto nessuna forza politica locale o nazionale si è avvicinata al dramma di queste famiglie....  nessuno ha chiesto o si è interessato; in compenso si cominciano a tappezzare le città di volti e di simboli in vista delle prossime inutili elezioni. Continua senza fine il dramma occupazionale al sud .... solo negli ultimi 5 anni nel territorio Messinese il numero dei licenziamenti e dei fallimenti è impressionante; continua senza fine il dramma di un territorio che ospita siti come RAM, A2A, e che non garantisce nulla. Dove finiscono le ricchezze ottenute col sangue e il sudore dei lavoratori? E'ORA CHE OGNUNO SI PRENDA LE PROPRIE RESPONSABILITA'. 

               NOI DOBBIAMO LAVORARE A TUTTI I COSTI

COSA FARE:

E'ORA DI SVEGLIARE LE COSCIENZE POPOLARI, E' ORA DI METTERE IL CITTADINO E IL PADRE DI FAMIGLIA IN CIMA AL PROGETTO. E' ORA DI FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE A ROMA E MILANO.... E' ORA DI CAPIRE CHE LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE PORTANO SEMPRE LE STESSE PERSONE NEGLI STESSI SALONI . NON DOBBIAMO LAVORARE UN MESE E POI PRENDERE UN CALCIO IN CULO. DOBBIAMO ESERCITARE IL DIRITTO DI LAVORARE SEMPRE.... DI GARANTIRE AI NOSTRI FIGLI UNA SPERANZA.
 Una parte dei sindacati locali lotta quotidianamente con la propria presenza insieme ai sette operai licenziati. Solidali  tutti i lavoratori ancora operanti all'interno del sito....  che hanno contribuito con giorni di sciopero ad una mobilitazione in atto già da 20 giorni. 

VI CHIEDIAMO CONDIVISIONE E SOLIDARIETA'.... NESSUNA BANDIERA.... E NESSUN COMPROMESSO......   SOLO IL DIRITTO AL LAVORO PER TUTTI. 

lunedì 15 aprile 2019

SETTE OPERAI LICENZIATI NELL'INDOTTO A2A


Sette dipendenti della Sofipower S.R.L. azienda operante all'interno della A2A 15 giorni fa sono stati raggiunti da un avviso di licenziamento inaspettato che li ha messi in mezzo ad una strada. Gli accordi contrattuali stipulati, sembravano dover fornire delle garanzie occupazionali atte a delineare un percorso di mantenimento per operai che da decenni operano con professionalità e competenza all'interno dell'indotto. Ma purtroppo cosi' non è stato. Si ripete ancora una volta un processo di destabilizzazione e di ricerca di responsabilità che negli anni con la stessa dinamica, ha portato al collasso occupazionale. I sette operai con l'ausilio delle forze sindacali che rivendicano diritti e responsabilità, sono in mobilitazione da più di 10 giorni... trovando solidarietà nei dipendenti delle altre aziende operanti all'interno dell'indotto. E' pietoso ritrovarsi a 40 o 50 anni in mezzo ad una strada ed è ancora più scandaloso strumentalizzare drammi come questi per fini politici.