sabato 5 ottobre 2019

LA MITICA GROTTA POLIFEMO

Interno della Grotta Polifemo negli anni 70
La mitica grotta rappresenta un punto leggendario della nostra Milazzo. Ubicata nell' antichità sul costone della rocca, dove oggi nasce il castello garantiva un profilo surreale e per certi versi inquietante nella cartolina paesaggistica. Omero nei canti dell'Odissea narra come il ciclope Polifemo, figlio di Poseidone e Toosa dimorava nella grotta insieme al gregge e governava gli armenti del Dio sole, in questa terra chiamata " Chersoneso d'oro". Secondo la tradizione Omerica, la grotta fu anche luogo di prigionia del ramingo Ulisse, che dovette ricorrere a tutta la sua  astuzia e la sua scaltrezza per sfuggire ai propositi carnefici dell'immane. La storia invece ci eredita un patrimonio che nel corso dei secoli ha mutato il suo utilizzo: nel 1600 si adoperava per la fabbricazione di polveri e selmiti; nel dopoguerra per l'installazione di artiglieria e infine negli anni 60-70 divenne sala ricevimenti per occasioni mondane. La peculiarità e le bellezze suggestive osannate dai  greci e romani negli antichi "Agri-Milesi" hanno amplificato il contesto, rendendolo idoneo alle aspettative popolari. Ma l'esercizio ristorativo chiuse battenti al fine degli anni 70 per una serie di motivazioni legati alla sicurezza e all'igiene diventando cosi' oggetto del mistero sotto la maestosità del castello. Oggi la sua sontuosità si adagia nelle memorie di Milazzo e stuzzica l'immaginazione, di chi con passione e devozione ha vissuto le tradizioni Milazzesi. 

venerdì 4 ottobre 2019

U' BAMPARIZZU ....

Immagine di repertorio
Cari amici vorrei citare un termine locale, sempre più in disuso, (i più giovani forse ignorano), che rivendica un'usanza milazzese di moda fino a un trentennio  fa: "u bamparizzu". Il termine simpaticamente adottato in frasi ironiche popolari   consisteva nell'accensione di fuochi nella prima notte di nozze tra coppie di anziani che si risposavano. L'evento prevedeva che in tarda serata un gruppo di burloni dopo aver raccolto legna, frasche, stracci vecchi e averli cosparsi di olio, accendevano il fuoco dietro la porta dei novelli sposi e accompagnati dal suono di chitarre e tamburelli, stornellavano sfottò, canzoni popolari e quant'altro potesse  colorare la serata. La bolgia sorretta da schiamazzi e risa, istigava il vicinato all'ammonimento dell'evento, fino a quando per i disagi comportati se ne è persa oggi l'usanza.

MILAZZO E IL SUO VECCHIO PROFILO

Festa Madonna del Tindari 

Quaranta anni fa percorrendo le vie Milazzesi a bordo dell'utilitaria di mio padre , una vecchia 126 del '72, assimilavo nella piena incoscienza la cultura e le tradizioni di una terra fertile che ha sempre coltivato passioni e valori. L'orgoglio popolare e il senso di appartenenza, compattava ogni colore di bandiera e ogni pregiudizio storico e si presentava all'appello senza mai tradire le aspettative, sopratutto nelle ricorrenze religiose e mondane della nostra Milazzo, sottolineando così aspetti peculiari e coscienziosi della nostra formazione. 
Chi di noi non è mai stato alla festa della Madonna del Tindari al Tono? 
Una vera e propria istituzione Milazzese, dove i sapori e gli odori si mescolavano con i canti e con le tradizioni locali. Ricordo con nostalgia  quel mitico Signore che col microfono ancorato al collo con del ferro filato, faceva vendita all'asta di piatti e bicchieri. Un vero cocktail di passione e tradizione che sanciva la fine dell'estate e ci proiettava nella nuova stagione scolastica. 
Che dire.... oggi  possiamo solo annoverare come dato oggettivo che Milazzo ha perso parecchie delle sue tradizioni, e questo non è solo un problema politico ed economico come si vuol far credere, ma essenzialmente di valori e della mancanza di appartenenza  che un tempo ci contraddistingueva. Oggi, sotto gli occhi di tutti vediamo che la nostra storia e le nostre tradizioni, sono  poco rispettate,  ed esempi di ciò ne abbiamo un'infinità: dal palischermo sito in piazza San Papino, all'antico ospedale di Vaccarella, dalla vecchia stazione di piazza Marconi a piazza San Papino, la mitica grotta Polifemo, ecc. ormai abbandonati e oltraggiati dal tempo; ma che rappresentano valori storici e unici della nostra cultura.
Chi più e chi meno, siamo tutti responsabili, incapaci di salvaguardare un profilo dignitoso della nostra Milazzo imbrattata oggi di spazzatura e di sterpaglie. 

Palischermi della Tonnara


Piazza Marconi con la vecchia stazione


Interno Grotta Polifemo